Il turismo in Italia, persino più che altrove, ha pagato uno conto altissimo alla pandemia in termini di presenze, posti di lavoro e di immagine.
Di Maurizio Pimpinella
È arrivato il momento di riemergere da questo cupo medioevo del mondo del travel sfruttando l’unica risorsa in grado di farlo, soprattutto in tempi ragionevoli: il digitale. Abbiamo bisogno di una trasformazione digitale vera, seria, sentita e partecipata in cui imprese e soggetti privati, associazioni ed enti pubblici facciano squadra per passare dalla resilienza al rilancio sfruttando le potenzialità che possono essere abbinate a questo mondo da intelligenza artificiale, machine learning, big data e pagamenti elettronici.
Sono questi gli elementi trasversali che, tra varie e reciproche contaminazioni, sono indispensabili alla costruzione delle opportunità di rilancio economico non solo di questo ma di tutti i settori economici italiani.
Realtà e virtuale, infatti, non rappresentano due dimensioni distinte ma sono espressione dello stesso mondo. Questo è, quasi paradossalmente, il vero “metaverso”: vale a dire l’approccio phygital (tanto caro e ormai consolidato nell’ambito del commercio e del commercio elettronico) applicato al turismo e, quindi, alla vita reale e tangibile. Il digitale non è pertanto un insieme di strumenti alternativi alla vita reale bensì un modo per comunicare la realtà, renderla più attraente, mettere in contatto persone e luoghi reali e fare in modo che turisti e viaggiatori siano più soddisfatti e gratificati qui e oggi dalla loro esperienza di viaggio migliorata attraverso il ricorso ad algoritmi, IA, IoT, realtà aumentata eccetera.
Se qualcuno poi avanzasse il dubbio che tutto questo inficerebbe l’archetipo e il senso stesso del viaggio, mi troverei a dissentire ritenendo che, invece, questo è esaltato dal digitale e dall’approccio data driven al turismo in quanto, banalmente, ciascuno di noi in quanto individuo unico potrebbe godere di un’esperienza di viaggio ad hoc, tarata esattamente su ciò che desidera e su ciò di cui necessità in un preciso momento.
Per quanto riguarda la capitale della Corea Del Sud, Seoul, questa è già di fatto realtà. La città, infatti, avrà un suo spazio virtuale all’interno del quale poter interagire con le persone, giocare e persino lavorare. Metaverse Seoul sarà una naturale estensione di quelli che sono già i servizi sociali e pubblici offerti ai cittadini. Cultura, turismo, educazione e poi ancora servizi economici saranno messi a disposizione dei cittadini già dal prossimo anno.
L’economia, e il turismo ancora di più, viaggiano ormai sull’onda emozionale dell’esperienza, delle sensazioni, del sogno e del desiderio istantaneo, talvolta persino capriccioso. Si tratta, tuttavia, di un’esigenza del turista che un sistema organizzato deve essere in grado di soddisfare. Inutile quindi, raccogliere informazioni solo allo scopo di delineare azioni da applicarsi nel futuro. Questo può essere, eventualmente, il frutto di una macro programmazione di lungo periodo ma il ricorso agli strumenti digitali come l’intelligenza artificiale servono proprio a tarare strategie in tempo reale, senza dover attende un’analisi che rischia di essere già vecchia quando elaborata.
Dobbiamo, pertanto, essere in grado di dare valore alle informazioni comunicate, proprio come hanno valore i dati che le generano, dicendo basta ad offerte turistiche iper generaliste che “sparando nel mucchio” hanno l’illusione di cogliere la massa, non essendo però consapevoli non solo di perdere il singolo, magari meglio e più attratto altrove, ma anche la massa stessa, composta in effetti da tanti singoli.
Come ho rilevato già in diversi altri miei articoli, stiamo entrando in una nuova dimensione governata dalla data monetization in cui, non solo è riconosciuto il grande valore dei dati personali ma in cui a ciascuno di noi è attribuita maggiore facoltà di indirizzarne l’utilizzo. Ed è proprio all’avvento di questo passaggio che il sistema Italia-turismo deve farsi trovare pronto adottando strategie coerenti fin da subito che intendano soddisfare essenzialmente il proprio interesse.
Pensare in prospettiva va sempre bene, soprattutto in Italia dove a volte si manca di progettualità, ma nell’epoca della instant economy è necessario avere una visione efficace anche per l’oggi consapevoli, poichè né i big tecnologici né i paesi concorrenti staranno ad aspettarci, consapevoli che il digitale è il prezioso supporto allo sviluppo del sistema e non l’ostacolo per la realizzazione delle politiche di crescita.