I contratti intelligenti o smart contract rappresentano uno dei principali fondamenti della tecnologia decentralizzata e certamente cambieranno il modo in cui, molto presto, dovranno operare gli studi legali: meno attività amministrative e attività di gestione dei contratti, più ricerca di soluzioni strategiche da convertire in principi legalmente vincolanti.
Di Massimo Comito
In un mio precedente articolo intitolato “Dalle blockchain al metaverso attraverso il web3” ho introdotto il concetto di DAO o decentralized autonomous organizations, una derivata prima del self-governing and decentralization e cioè della distribuzione della proprietà e del potere decisionale del web3.
Come spiegavo, saranno gli azionisti di una organizzazione decentralizzata a votare sulla blockchain e ad auto-governarsi senza “aiuto” di intermediari, dai professionisti alle banche: in base alla quota di proprietà in token di una piattaforma -per esempio un social network- sviluppato con una DApp o applicazione decentralizzata, gli utenti possono votare le regole, gestite con contratti intelligenti, che governano il social network, dalle regole di gestione delle fake news, alla ripartizione degli utili d’impresa, o, nel caso di un negozio online, dai prezzi di vendita dei prodotti alle strategie d’acquisto dei beni.
In questo breve articolo viene evidenziato come la vera innovazione di tutto quello che ruota attorno alla tecnologia blockchain -dalle sole originarie transazioni peer-to-peer alla base delle criptovalute- sono appunto le DApp e soprattutto i contratti intelligenti che regolano e sempre più lo faranno la vita sulle piattaforme decentralizzate basate su blockchain.
Nulla di diverso rispetto ai contratti redatti dagli avvocati che ci accompagnano ogni giorno nei nostri affari, i contratti intelligenti sono però accordi digitali sul web3, stipulati tra individui ed organizzazioni, dove la necessità di avere l’assistenza di un legale, almeno come è intesa oggi, diventerà sempre meno pregnante, secondo alcuni addirittura sempre meno necessaria, ma piuttosto, in verità, drasticamente rivoluzionata.
Alla base di questa stringente affermazione è la struttura stessa di contratto intelligente che è di natura auto-esecutiva.
Questo tipo di contratti infatti eliminano, per loro essenza, la necessità di un intermediario umano nel controllo esecutivo: un contratto intelligente si applica attraverso un insieme immutabile di regole del tipo (ma non solo) “if …->then or when … -> then” -che vengono concordate prima della sua esecuzione- che sono “hardcoded” ovvero “cablate” direttamente nella blockchain cioè incorporate direttamente nel codice sorgente del programma o della DApp.
Come nel caso delle criptovalute, il codice crea un libro mastro o ledger decentralizzato che controlla l’esecuzione e rende le transazioni contrattuali tracciabili, irreversibili e senza possibilità di breach.
Ciò evidentemente assicura che nessun attore possa alterare le regole cui ha aderito una volta che il contratto ha avuto inizio perché sarebbe necessaria infatti la ricompilazione del codice sorgente (per chi è avvezzo ai concetti di programmazione software) nel quale il contratto è cablato o, appunto, hardcoded.
Nessuna fonte esterna può generare dati e regole nuove in fase di esecuzione e ciò assicura che il contratto sia eseguito quando entrambe le parti coinvolte adempiranno alla loro parte dell’accordo attraverso la convalida delle transazioni da parte dei miners nella blockchain di riferimento (Ethereum per esempio).
E’ intuibile che a beneficiare della natura digitale decentralizzata di questi contratti sono una serie di variabili fondamentali nell’industry legale: i costi -grazie alla riduzione del numero degli intermediari e la facilità/semplificazione del loro storage, la sicurezza –grazie all’utilizzo della crittografia dei dati, la trasparenza -grazie all’impossibilità di manomissione delle regole da parte di un singolo contraente, la velocità – grazie all’automazione del processo e alla natura auto-esecutiva del contratto.
Non sono solamente versioni digitali di tomi cartacei ma, per come sono fatti ed eseguiti, automatizzano la gestione del contratto, il suo ciclo di vita, la gestione delle attività e delle transazioni sia peer-to-peer che all’interno di organizzazioni decentralizzate complesse.