La Germania alla prova della presidenza di turno del semestre europeo

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A partire dal 1 ° Luglio, la Germania assume la presidenza del Consiglio dell’Unione europea (UE) per sei mesi, seguita da Portogallo e Slovenia, prima di passare il testimone alla Francia nel gennaio 2022.

Di Francesca Traldi

Come è noto ogni presidenza- a rotazione del Consiglio dei ministri – sviluppa un programma dettagliato e riflette i requisiti degli attuali eventi internazionali ed europei.

Ma soprattutto offre l’opportunità per lo Stato che la detiene di introdurre le proprie priorità nell’agenda europea facendo sentire la propria voce.

Di fronte alla drammatica situazione globale creata dal COVID-19,  il governo tedesco è stato costretto a rivedere completamente le priorità della sua presidenza.

La preparazione da parte della amministrazione e del governo tedesco,
per definire le priorità del semestre erano iniziati 24 mesi prima. Lo schema del programma preliminare era  già noto nel gennaio 2020, quando la rapida diffusione di Covid-19 e le successive misure di contenimento rapidamente adottate l’ hanno radicalmente stravolto.

Ciò non riguarda solo le linee generali del programma preparato in largo anticipo, ma anche le  profonde convinzioni e visioni di un Europa più equa e solidale difese da Angela Merkel. Tra le nuove priorità poste in agenda dalla Germania, in primis va ricordato  l’annuncio della iniziativa franco-tedesca e il “recovery fund” che conferma come tale decisione non possa essere derubricata come una mera revisione di alcuni dettagli tecnici del programma preliminare.

Le ingenti somme mobilitate e i principi organizzativi  che  determinano questo fondo indicano che stiamo affrontando una svolta radicale, politicamente impensabile solo pochi mesi prima.

Se l’ ultima inversione di tendenza nella politica europea della Cancelliera Merkel appare essere la più radicale – giova ricordare  la sua fondamentale opposizione alle proposte di SarkozyHollande in passato – tale scelta è anche il frutto di una concertazione abilmente sviluppata con Emmanuel Macron.  

Angela Merkel si trova di fronte un presidente francese che, pur prendendo sul serio gli argomenti tedeschi e cercando di integrarli uno ad uno nelle sue proposte, non ha mai messo da parte le sue ambizioni iniziali.

La buona intesa tra i ministri delle finanze Olaf Scholz e Bruno Le Maire ha senza dubbio facilitato la preparazione del dossier sul recovery fund.

Von der Leyen a capo della Commissione europea consente infine a questa cooperazione franco-tedesca di ritrovare un “momento delorsiano”  che fa dell’Asse franco tedesco ancora una volta il vero motore dell’Europa.

Sotto il motto: “Insieme per la ripresa dell’Europa”, la presidenza tedesca sarà senza dubbio dedicata alla gestione della crisi provocata dal Covid-19 e impegnata a rispondere alle tensioni interne della Unione.

Più concretamente, il programma rinnovato cerca innanzitutto di fornire risposte all’attuale situazione sanitaria e alla crisi socioeconomica generata dal COVID-19.

In estrema sintesi la Germania deve affrontare una tripla sfida: finanziaria, politica e istituzionale.

Il primo grande compito riguarda il quadro finanziario pluriennale dell’Unione – in breve, il bilancio europeo per i prossimi sette anni, 2021-2027 – che è necessario per l’azione politica dell’Unione.

Politicamente, si tratterà invece di riavviare con successo l’economia europea, collegandola in particolare alle priorità climatiche, definite insieme prima della crisi.

In terzo luogo, l’istituzione del fondo per la ricostruzione sarà lo strumento prioritario per l’organizzazione di questa ripresa economica.

Il suo disegno istituzionale e i suoi principi di strutturazione decideranno se l’Unione riuscirà a superare le divisioni tra Stati membri che minacciano le sue stesse basi. Le sfide dunque non mancano!

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