Social e smartphone: maledetti schiavisti?
Social e smartphone

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Schiavi della dopamina, dei social o di noi stessi?

Ogni singola volta che otteniamo un like, un commento o una qualunque notifica tutti noi riceviamo infatti una piccola gratificazione, che a livello fisico è in realtà una scarica di dopamina e che sta alla base della nostra dipendenza dai social network. A illustrare questo meccanismo è stato per primo Tristan Harris. Prendiamo l’esempio delle slot machine: tirare la leva rappresenta l’azione intermittente, dopodiché attendiamo qualche secondo e, infine, scopriamo se abbiamo vinto o perso (e quindi se abbiamo ottenuto un rinforzo positivo).

Di Domenico Esposito

Ogni volta che vinciamo, il nostro cervello produce dopamina.

È lo stesso meccanismo alla base dei social network: pubblichiamo qualcosa su una qualsiasi piattaforma e poi aspettiamo di ricevere i like e i commenti che scatenano il rilascio di dopamina e ci tengono agganciati allo smartphone. Nello specifico, un mezzo necessario è incarnato dalle notifiche. La dopamina arriverà nel momento in cui lo smartphone suona o si illumina. Altro caso interessante, è lo sprono a controllare lo smartphone nella speranza che compaia qualche nuova notifica. I social network, insomma, sfruttano la capacità del nostro cervello di generare all’improvviso delle scariche di piacere per tenerci inchiodati.

Insomma, conquistare un obiettivo scatena infatti il rilascio di dopamina, facendoci avvertire una scarica di piacere che rappresenta, dal punto di vista neurologico, la vera ricompensa per aver portato a termine il nostro compito.

I social media hanno imparato a sfruttare nel modo migliore il nostro bisogno di andare a caccia di ricompense per uno scopo che con la sussistenza non ha niente a che fare: controllare quante più volte possibile Facebook, Instagram, TikTok, Twitter, WhatsApp, le app dedicate alle email e tutti le altre piattaforme; creando, in sintesi, la dipendenza da smartphone e social network.

Le grandi case sono alla ricerca costante di nuovi modi per rendere la nostra esperienza social sempre più coinvolgente e tenerci incollati per più tempo rispetto alla media attuale.

Se gli effetti negativi della dipendenza da smartphone sono ancora oggi oggetto di discussione, nessuno mette invece in dubbio che questa dipendenza esista. E a pensarci bene, c’è ben poco di cui stupirsi: se siamo quasi impotenti di fronte allo smartphone è perché questo dispositivo sfrutta le nostre caratteristiche evolutive e i nostri bisogni più profondi. Difficile mettere in atto delle strategie difensive, quando dall’altra parte ci sono algoritmi di intelligenza artificiale creati da colossi digitali che hanno investito centinaia di milioni di dollari allo scopo di catturare la nostra attenzione. Siamo quindi schiavi di noi stessi?

Rimodulare il modo in cui utilizziamo lo smartphone e i social è la prima vera azione da intraprendere.

Nel prossimo approfondimento parleremo delle tecniche di difesa da mettere in campo.

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